Tutti pazzi per i procuratori.
Procuratori che alla fine, tra club e giocatore, incassano una percentuale il più delle volte non congrua rispetto al lavoro fatto. Ma serve davvero un procuratore? Prima di tutto è necessario chiarire che non vi sono obblighi in tal senso. Un giocatore ha la facoltà di non farsi rappresentare, presentandosi in autonomia per la contrattazione, oppure scegliere un legale. Queste ipotesi stanno prendendo sempre più piede tra atleti di tutti gli sport.
Lasciando da parte i familiari-procuratori, desiderosi di non cedere ad altri fette di stipendio del congiunto più che essere effettivamente preparati, è giusto focalizzare l’attenzione sulla possibilità dell’atleta di contrattare con il club in piena autonomia.
Di recente Kevin De Bruyne ha optato per questa soluzione, separandosi dal suo vecchio procuratore e scegliendo uno studio legale belga di mero supporto, per poi recarsi lui direttamente a trattare con il Manchester City per il rinnovo.
Soprattutto se l’atleta si trova bene nel club di appartenenza e altrettanto la società ha già manifestato l’idea di rinnovare e continuare nel rapporto, non vi è alcuna necessità di servirsi di un terzo e costosissimo intermediario!
Torniamo a De Bruyne: il calciatore si è presentato per discutere il rinnovo con tutte le statistiche alla mano, differenziate sulla base dei risultati conseguiti dalla squadra con o senza di lui in campo.
Ne ha parlato con franchezza e al club non è rimasto altro che riconoscere l’importanza del giocatore, ferma già l’intenzione di trattenerlo con il rinnovo.
Senza altre figure quindi De Bruyne ha parlato del compenso e ha pattuito un aumento settimanale – in Inghilterra lo stipendio è calcolato su questa base – che lo ha soddisfatto.
Poste tutte le basi dell’accordo, lo stesso è stato inviato per un controllo allo studio legale di De Bruyne, che ne ha verificato la correttezza e dato l’ok al giocatore per la sottoscrizione.
Risultato: al giocatore il rinnovo non è costato nulla perché lo studio legale è stato pagato dal City ben felice di farlo, visto il risparmio esorbitante rispetto ad una faraonica provvigione al procuratore!
Ma De Bruyne si è davvero tutelato? Certamente! Prima dell’incontro con il club si è fatto consigliare dai legali e dopo ha fatto verificare il contratto, sottoscrivendolo solo dopo aver ricevuto il benestare degli avvocati.
Un rapporto diretto che è molto piaciuto anche al club e ha sicuramente fatto sentire il giocatore, non solo un fenomeno in campo ma anche un ragazzo è in grado di tutelare i suoi interessi in prima persona.